"Sempre al fianco di chi difende la Costituzione"
I Giovani Democratici di Forlì sostengono con forza il sit-in in difesa della Costituzione che si svolgerà sabato 30 in Piazza Duomo, organizzato dal Popolo Viola di Forlì.
Ogni giorno ci battiamo perchè nel nostro Paese vengano riconosciuti e rispettati i valori costituzionali, quei preziosi valori che hanno permesso all'Italia di rinascere dai valori solidali della resistenza dopo il periodo fascista.
Oggi assistiamo, da parte di esponenti governativi e di esponenti politici anche locali all'espandersi di una cultura denigratoria di quella che è la Costituzione.
Consci che senza quei valori il nostro Paese rishia l'oblio democratico, saremo sempre insieme di tutti coloro che si batteranno per la difesa della Costituzioni, siano essi partiti, associazioni e movimenti come il Popolo Viola di Forlì.
Giovani Democratici - Forlì
I Giovani Democratici, in occasione della Giornata della memoria per le vittime dell'Olocausto, vogliono ricordare questo tragico evento della storia recente affinché simili orrori non trovino una triste riproposizione nel nostro futuro.
E' compito di tutte le forze politiche unirsi nel condannare fermamente la ferocia nazifascista che provocò l'internamento e lo sterminio di ebrei, dissidenti, zingari e invalidi.
Quella folle ideologia andava perseguendo il dichiarato fine di eliminare milioni di persone. Oggi assistiamo con rammarico, ma senza rassegnazione, a velleità negazioniste dell'Olocausto e sempre più spesso ci giungono notizie, dal mondo e dal nostro Paese, di gruppi sociali e politici che predicano l'eliminazione di intere etnie o gruppi dalle terre in cui queste vivono.
Dovrà essere anche nostro compito vigilare affinché oggi non possano ripetersi, in chiave moderna, le tragedie del passato.
Sarà nostra responsabilità affermare quel sacrosanto principio di solidarietà e uguaglianza tra tutti gli uomini sancito dalla nostra Costituzione.
Il 27 Gennaio i Giovani Democratici promuoveranno un volantinaggio di fronte alle scuole per ricordare le vittime dell'Olocausto.
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Time: 03:40
In merito a quello che sta accadendo a Rosarno (Reggio Calabria), noi Giovani Democratici di Forlì non abbiamo dubbi: stiamo dalla parte degli immigrati.
Certo non comprendiamo le violenze, ma capiamo perfettamente e sosteniamo le ragioni che hanno spinto questi migranti a rivoltarsi.
Queste persone, scappate dai loro Paesi che si trovano in situazioni disastrose, hanno dovuto affrontare indicibili viaggi su barconi di fortuna o affrontare chissà quali altre difficoltà per fuggire da Paesi dilaniati da guerre e povertà.
Al loro arrivo in Italia sono stati "non accolti" da uno Stato i cui rappresentanti istituzionali appartengono ad organizzazioni partitiche, come la Lega Nord, dichiaratamente xenofobe.
Da disperati a criminali. Si, perchè in Italia, con la recente introduzione del reato di immigrazione clandestina, più la tua situazione di immigrato è disperata, più sei un criminale. Arrivi qua e non se non hai le poche decine di euro che servono per un permesso di soggiorno ti metteranno subito dentro, oltre al fatto che ti sarà impossibile trovare strutture sufficienti (salvo pochi casi) che possano occuparsi di un tuo inserimento lavorativo.
Anche nelle campagne romagnole sono tanti gli immigrati, clandestini o no, che lavorano a giornata oltre dieci ore al giorno per pochi euro e senza un tetto decente. Finchè l'Italia non si impegnerà seriamente a legiferare in meteria di immigrazione semplificando la burocrazia per questi disperati in fuga dai loro Paesi, e finchè la mentalità e le notizie che passano dai mezzi di informazione continueranno a criminalizzare gli immigrati, dovremo aspettarci che tanti altri focolai come quello Calabrese esplodano.
Ciò che sta accadendo in Calabria dimostra che questo Governo, che continua a dimenticare i valori costituzionali di solidarietà umana verso ogni uomo, non sta facendo abbastanza per quanto riguarda il fenomeno dell'immigrazione e della lotta alle mafie (che in questo caso si occupano della gestione malavitosa di questi lavoratori in nero).
Tutto questo non lo sopportiamo, e chiediamo alla Lega Nord di Forlì di smettere di occuparsi di alberelli o crecefissi ed impegnarsi a prendere le distanze dalle pesanti dichiarazioni dei loro esponenti nazionali in materia di immigrazione, come il Ministro Maroni. Se non lo faranno avremo l'ennesima dimostrazione che anche nella nostra città esiste una forza politica che fomenta la cultura dell'odio e la cui mentalità è ben lontana dai valori costituzionali.
A noi giovani spetta il compito di costruire una società più giusta e pacifica. E' per questo che siamo pronti ad appoggiare lo Sciopero degli Stranieri del Primo Marzo 2010. Ci saremo, in prima fila, mano nella mano con tutti gli immigrati onesti che oggi contribuiscono allo sviluppo del Nostro Paese.
Giovani Democratici - Forlì
Dopo il messaggio di fine anno del Capo dello Stato, Di Pietro e De Magistris al solito la fanno fuori dal vaso. Di Pietro definisce le parole di Napolitano "incaute" e, assieme a De Magistris, continua nella strana strategia IDV di un'antiberlusconismo che ogni tanto si trasforma pure in una insofferenza nei confronti di Giorgio Napolitano. Costui in realtà sta magistralmete interpretando il proprio ruolo di rappresentanza istituzionale e difesa della Costituzione, cercando di spegnere le pericolose micce che sono accese nel nostro Paese. Qui purtroppo emerge l'ennesima contraddizione del partito del "capo" (con De Magistris i capi sono due) che sta dall'altra parte del Parlamento. Si predica una strenua difesa della Costituzione e si persevera in questo stillicidio nei confronti di Napolitano che è stato eletto quale garante della Costituzione stessa?
Poi fatemelo dire, un uomo che ha la sua storia politica come potrebbe agire nel favore dell'attuale maggioranza di Governo?
Il problema, purtroppo, non sta soltanto qui. Non tutto.
Il problema sta nel Partito Democratico che, ancora una volta, delude.
Io per primo sono un amante della linea "istituzionale", uno che preferisce il discorso un po' retorico ma denso di contenuti a quello di impatto che però di contenuti manca completamente.
Mi è piaciuta la linea istituzionale del nostro Segretario, credo che sia necessaria. Forse faremo la figura degli allocchi, ma sicuramente non potremo essere coloro che contribuiscono ad accendere micce in questo Paese.
La questione, nel caso di ieri, è questa: che bisogno c'era di affrettarsi con quei toni a prendere le distanze dall'IDV? Appena Di Pietro ha scritto certe frasi sul suo blog, Letta si è premunito di dire "Con questa continua rincorsa Di Pietro e De Magistris portano il centrosinistra nell'abisso e sono i migliori alleati di Berlusconi ".
Sicuramente andava fatto, ma non in queste condizioni.
Mi spiego: secondo me è stato l'ennesimo errore di strategia.
Non credo serva la bacchetta magica a Letta per capire che su una notiziuola simile (altro non è) la stampa ci marcerebbe su in questo momento di avvicinamento alla campagna elettorale, ed il povero elettore medio di centro-sinistra continuerebbe a non capirci.
Ed ecco a voi oggi addirittura i titoli: "Il PD contro l'Italia dei Valori".
Tanto per fare gonfiare un'altro po' un modesto partitino.
Ancora una volta, insomma, le cose che diciamo sono giuste, ma andrebbero detto meglio e spiegate di più.
In questo caso, bastava ribadire la difesa della Costituzione e di Napolitano, senza nessun accenno così diretto all'IDV.
Ancora non ci siamo capiti, noi del PD, su cosa occorra fare per essere un Partito da 30%. Ma soprattutto un Partito "che cerca alleati".
In un orrendo teatrino di figuranti che si sputano addosso, se stiamo giù dal palco durante la recita, nessuno ci vedrà e per forza di cose inizieremo a stare antipatici anche a quegli attori che ci erano più amici.Il segreto è truccarci meno degli altri, ma stare sul palco ed essere così bravi nella nostra esibizione da poter influire sull'attore con poca esperienza (l'IDV) ed avere le capacità di suggerirgli le battute, facendogli capire che senza di noi per lui potrebbero esserci problemi. Non viceversa.
Se lo lasciamo da solo sul palco, anche se è incapace, sarà comunque preferito a noi.
Siamo lontani dal capire tutto ciò.
Le regionali lo dimostreranno.
dario
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Time: 04:57
Niente retorica in questo mio augurio di Buon Anno.
Gli anni zero che se ne sono andati sono stati, per il nostro Paese, anni malati. Ai cancri che l'Italia si porta avanti da quando ha visto la luce, in questo decennio si aggiungono quelli di una crisi economica ed occupazionale da far rabbrividire un pinguino ed un impoverimento culturale e delle classe politica degno del Paese delle banane marce.
Nel 2009 il rettore dell'Università LUISS ha scritto una lettere pubblica in cui invita il figlio neolaureato ad andarsene da questo Paese stagnante.
Qui sta il nocciolo di vivere la mia, la nostra generazione, quella dei 18-25enni che stanno affrontando adesso gli anni delle superiori, dell'università, o della ricerca di un primo lavoro.
Io non dispenso verità, ma credo che augurare a qualcuno di andarsene a vivere in un altro Paese altro non sia che il segnale pesante di una cultura individualista che qualcuno sta cercando di far penetrare nel nostro Paese, facendola infiltrare dappertutto, nella scuola, nei media, nell'esistenza quotidiana. Allo stesso tempo, questa lettera è il simbolo dell'evidente rassegnazione di chi è si ritrova, oggi, adulto e sconfitto. Tutta quella classe dirigente costituita dai 50-60 enni che non è stata in grado di metterci in mano un Paese pronto alle sfide mondiali, ma anzi in continuo arretramento, da un punto di vista economico, sociale, culturale, politico.
Come detto, ciò che mi preoccupa è il messaggio contemporaneo-italiano del “fai da solo, fai per te”. Consigliarci di emigrare significa dirci che se hanno fallito miseramente loro, sicuramente noi non potremo fare di meglio. L'Italia è destinata al macero e per risollevarla nessuno crede in noi, perché sanno di non averci dato gli strumenti giusti e di non averci preparato il terreno.
Ma domandare ad un giovane italiano di andarsene dall'Italia e pensare soltanto a se stesso è una castroneria culturale che probabilmente gli animi di chi scrisse la Costituzione non avevano mai contemplato.
Chiederci di andare e non tornare più significa dirci di non pensare agli altri, di fregarcene e resettare tutta la tradizione culturale e solidale del nostro Paese.
Oggi l'Italia starebbe sicuramente meglio con un'Europa più forte e unita, che è ciò che tutti sogniamo. Ma davvero lavandoci le mani del nostro Paese avremo le spalle forti e soprattutto la coscienza per costruire l'Europa? Credo di no. Un matematico che non conosce il più e il meno, non riuscirà a risolvere logaritmi e derivate.
Buon 2010 a tutti, chiedendovi il piccolo impegno quotidiano di leggere un quotidiano, guardare Blob su Rai3 o informarvi su internet di ciò che vi accade intorno. Poi, semplicemente, farvi un'idea portandovi dietro il cervello. Per qualsiasi esame universitario o verifica a scuola vi chiedono sicuramente di più
Dario Gaspari
Segretario GD- Forlì
Gli anni zero che se ne sono andati sono stati, per il nostro Paese, anni malati. Ai cancri che l'Italia si porta avanti da quando ha visto la luce, in questo decennio si aggiungono quelli di una crisi economica ed occupazionale da far rabbrividire un pinguino ed un impoverimento culturale e delle classe politica degno del Paese delle banane marce.
Nel 2009 il rettore dell'Università LUISS ha scritto una lettere pubblica in cui invita il figlio neolaureato ad andarsene da questo Paese stagnante.
Qui sta il nocciolo di vivere la mia, la nostra generazione, quella dei 18-25enni che stanno affrontando adesso gli anni delle superiori, dell'università, o della ricerca di un primo lavoro.
Io non dispenso verità, ma credo che augurare a qualcuno di andarsene a vivere in un altro Paese altro non sia che il segnale pesante di una cultura individualista che qualcuno sta cercando di far penetrare nel nostro Paese, facendola infiltrare dappertutto, nella scuola, nei media, nell'esistenza quotidiana. Allo stesso tempo, questa lettera è il simbolo dell'evidente rassegnazione di chi è si ritrova, oggi, adulto e sconfitto. Tutta quella classe dirigente costituita dai 50-60 enni che non è stata in grado di metterci in mano un Paese pronto alle sfide mondiali, ma anzi in continuo arretramento, da un punto di vista economico, sociale, culturale, politico.
Come detto, ciò che mi preoccupa è il messaggio contemporaneo-italiano del “fai da solo, fai per te”. Consigliarci di emigrare significa dirci che se hanno fallito miseramente loro, sicuramente noi non potremo fare di meglio. L'Italia è destinata al macero e per risollevarla nessuno crede in noi, perché sanno di non averci dato gli strumenti giusti e di non averci preparato il terreno.
Ma domandare ad un giovane italiano di andarsene dall'Italia e pensare soltanto a se stesso è una castroneria culturale che probabilmente gli animi di chi scrisse la Costituzione non avevano mai contemplato.
Chiederci di andare e non tornare più significa dirci di non pensare agli altri, di fregarcene e resettare tutta la tradizione culturale e solidale del nostro Paese.
Oggi l'Italia starebbe sicuramente meglio con un'Europa più forte e unita, che è ciò che tutti sogniamo. Ma davvero lavandoci le mani del nostro Paese avremo le spalle forti e soprattutto la coscienza per costruire l'Europa? Credo di no. Un matematico che non conosce il più e il meno, non riuscirà a risolvere logaritmi e derivate.
Buon 2010 a tutti, chiedendovi il piccolo impegno quotidiano di leggere un quotidiano, guardare Blob su Rai3 o informarvi su internet di ciò che vi accade intorno. Poi, semplicemente, farvi un'idea portandovi dietro il cervello. Per qualsiasi esame universitario o verifica a scuola vi chiedono sicuramente di più
Dario Gaspari
Segretario GD- Forlì
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