DALLA PARTE DI CHI LAVORA

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In merito a quello che sta accadendo a Rosarno (Reggio Calabria), noi Giovani Democratici di Forlì non abbiamo dubbi: stiamo dalla parte degli immigrati.

Certo non comprendiamo le violenze, ma capiamo perfettamente e sosteniamo le ragioni che hanno spinto questi migranti a rivoltarsi.
Queste persone, scappate dai loro Paesi che si trovano in situazioni disastrose, hanno dovuto affrontare indicibili viaggi su barconi di fortuna o affrontare chissà quali altre difficoltà per fuggire da Paesi dilaniati da guerre e povertà.
Al loro arrivo in Italia sono stati "non accolti" da uno Stato i cui rappresentanti istituzionali appartengono ad organizzazioni partitiche, come la Lega Nord, dichiaratamente xenofobe.
Da disperati a criminali. Si, perchè in Italia, con la recente introduzione del reato di immigrazione clandestina, più la tua situazione di immigrato è disperata, più sei un criminale. Arrivi qua e non se non hai le poche decine di euro che servono per un permesso di soggiorno ti metteranno subito dentro, oltre al fatto che ti sarà impossibile trovare strutture sufficienti (salvo pochi casi) che possano occuparsi di un tuo inserimento lavorativo.
Anche nelle campagne romagnole sono tanti gli immigrati, clandestini o no, che lavorano a giornata oltre dieci ore al giorno per pochi euro e senza un tetto decente. Finchè l'Italia non si impegnerà seriamente a legiferare in meteria di immigrazione semplificando la burocrazia per questi disperati in fuga dai loro Paesi, e finchè la mentalità e le notizie che passano dai mezzi di informazione continueranno a criminalizzare gli immigrati, dovremo aspettarci che tanti altri focolai come quello Calabrese esplodano.
Ciò che sta accadendo in Calabria dimostra che questo Governo, che continua a dimenticare i valori costituzionali di solidarietà umana verso ogni uomo, non sta facendo abbastanza per quanto riguarda il fenomeno dell'immigrazione e della lotta alle mafie (che in questo caso si occupano della gestione malavitosa di questi lavoratori in nero).
Tutto questo non lo sopportiamo, e chiediamo alla Lega Nord di Forlì di smettere di occuparsi di alberelli o crecefissi ed impegnarsi a prendere le distanze dalle pesanti dichiarazioni dei loro esponenti nazionali in materia di immigrazione, come il Ministro Maroni. Se non lo faranno avremo l'ennesima dimostrazione che anche nella nostra città esiste una forza politica che fomenta la cultura dell'odio e la cui mentalità è ben lontana dai valori costituzionali.


A noi giovani spetta il compito di costruire una società più giusta e pacifica. E' per questo che siamo pronti ad appoggiare lo Sciopero degli Stranieri del Primo Marzo 2010. Ci saremo, in prima fila, mano nella mano con tutti gli immigrati onesti che oggi contribuiscono allo sviluppo del Nostro Paese.


Giovani Democratici - Forlì

2 commenti:

Gessica ha detto...

Oggi il razzismo impera indisturbato in Italia.

Dopo le dichiarazioni pericolose del Ministro dell'Interno, che getta benzina sul fuoco della contestazione a Rosarno,non poteva mancare la ministra della d - istruzione Gelmini che se ne è uscita con l'ultima trovata disintegrazionista :mettere il tetto del 30% di bambini stranieri nelle classi per migliorare l'apprendimento...

A quando il tetto di cazzate che si possono sparare al minuto per i nostri emeriti rappresentanti nelle istituzioni?

Personalmente sono già sazia.

Lerec Liverani ha detto...

Tra razzismo e buonismo, il punto di vista marxista:
PER IL DIRITTO DI RIVOLTA DEI MIGRANTI CONTRO I LORO SFRUTTATORI CRIMINALI E LO STATO CHE LI PROTEGGE.

La rivolta di migliaia di lavoratori migranti a Rosarno rappresenta un atto di dignità e di coraggio. In questo senso, un esempio per tutti gli sfruttati. Migranti già in fuga dalla fame e dalle guerre, privati dallo Stato di ogni permesso di soggiorno, consegnati quindi senza difese al supersfruttamento delle cosche criminali, per di più fatti bersaglio dalle armi da fuoco di quelle cosche, si sono semplicemente ribellati alla propria condizione inumana. Suscitando per questo lo “ scandalo” di tanti benpensanti per nulla scandalizzati dallo loro “normale” condizione.
E’ vero, i migranti hanno usato “violenza”, a volte cieca e maldestra, perché privi di direzione. Ma la violenza impiegata è una goccia nel mare della violenza subita nel corso della loro vita. E in ogni caso nessuno dei loro oppressori, diretti o indiretti, ha “diritto di parola” sulla ribellione degli oppressi. Non l’ha il ministro Maroni e il suo governo, dediti ad una campagna quotidiana xenofoba di odio e violenza, e oggi in prima fila a invocare la “legge”. Non l’hanno i sepolcri imbiancati del Partito democratico, che dal governo vararono le prime leggi reazionarie antimigranti, tirando la volata alle destre. Non l’ha infine il Presidente Napolitano, primo firmatario di quella legge che nel 98- col voto sciagurato di tutte le sinistre- introdusse i campi di detenzione per immigrati: e che oggi plaude, con aria severa, all’invio di nuove truppe per riportare l’”ordine” a Rosarno. Questa tonnellata di ipocrisia legalitaria e “democratica”la lasciamo ai partiti dominanti. Ai protettori “legali” della malavita e dello sfruttamento del lavoro nero. Agli elargitori dei condoni ai criminali.
Noi stiamo dall’altra parte della barricata. Noi stiamo dalla parte della rivolta, delle mani nude che hanno impugnato pietre e bastoni, contro le cariche della polizia e le fucilate delle cosche. E’ da questa parte della barricata che siamo legittimati a dire che è sbagliato colpire un’automobile o un cittadino innocente, come ogni azione che possa favorire la contrapposizione tra lavoratori migranti e lavoratori italiani. Ma lo diciamo non perché vogliamo una ribellione “più moderata”, bensì per la ragione esattamente opposta: perché a domanda di liberazione che si esprime nella ribellione deve rivolgersi contro l’ordine sociale dello sfruttamento. E dunque deve unire tutti gli sfruttati, siano essi italiani o migranti, contro le classi dirigenti del Paese.
Per questo la rivolta di Rosarno pone alle sinistre italiane un nuovo ordine di responsabilità. Non bastano parole di comprensione o “solidarietà” verso i migranti. Non bastano le attenzioni “umanitarie”. E’ necessaria una immediata mobilitazione unitaria di tutte le sinistre politiche e sindacali a fianco della rivolta contro la repressione dello Stato. E’ necessaria una piattaforma di lotta unificante del popolo migrante a partire dalla rivendicazione del permesso di soggiorno per tutti ( unica misura vera contro la “clandestinità”) e dell’abrogazione dell’intera legislazione antimmigrati degli ultimi 12 anni. E’ necessaria una piattaforma di mobilitazione unificante dei lavoratori italiani e migranti, che rivendichi l’introduzione del reato di sfruttamento del lavoro nero, l’abrogazione delle leggi di precarizzazione del lavoro, il blocco dei licenziamenti, e un piano di opere di utilità sociale ( risanamento edilizio, case popolari, riparazione della rete idrica, riassetto del territorio, asili , scuole, ospedali..) che dia lavoro a italiani e migranti, e sia pagato dalle grandi rendite, dai grandi patrimoni, dai grandi profitti. Perché anche i migranti in rivolta e i proletari onesti di Rosarno possano unirsi nella lotta contro i comuni avversari di sempre : i loro sfruttatori e lo Stato gendarme.

MARCO FERRANDO

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